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LEGATURA DEI RAMI CON IL FILO METALLICO: A COSA SERVE E COME EFFETTUARLA?

La legatura (o filatura) con filo metallico serve prevalentemente per portare un ramo alla luce così che possa svilupparsi al meglio. Arrotolando il filo metallico sul ramo, con spire in genere piuttosto larghe e ben ancorate (evitando di stringere troppo, altrimenti la linfa non passerà più) potremo spostare leggermente quel ramo in basso o in alto, a destra o sinistra, allo scopo di portarlo verso la luce ed allontanarlo da altri rami con cui si sovrappone e che gli fanno ombra: ricordiamoci che con il tempo la pianta sacrificherà i rami in posizioni ombreggiate e poco favorevoli alla fotosintesi, per cui il bonsaista deve intervenire in anticipo se vuole preservare quel ramo perché magari più funzionale al paesaggio che il bonsai evoca.
Un altro caso in cui la legatura è molto utilizzata è quello di porre in risalto un nuovo apice, portando un ramo che si trova in cima alla pianta da una posizione orizzontale ad una quasi verticale.

La legatura si usa spesso su specie che la sopportano meglio come i pini, i ginepri ed in genere le conifere. I rami di queste specie sono più flessibili ed il rischio di spezzare il ramo o comunque di indurre la pianta ad abbandonarlo è inferiore. Sulle latifoglie, i cui rami hanno una maggiore rigidità, è meglio intervenire con parsimonia.

Il ramo legato deve apparire in ogni caso naturale “come modellato dalla pianta”, mai artificiale (e su questo c’è sempre da studiare, ma basta anche solo osservare la natura), ecco alcuni esempi:

  • Se li guardiamo dall’alto, i rami vetusti procedono sempre tendenzialmente verso l’esterno, o a zig-zag (crescendo cercano la luce, che può variare in funzione della stagione e del paesaggio circostante)
  • Se li guardiamo lateralmente, i rami vetusti procedono sempre alternando alto e basso (in estate crescono verso la luce, in inverno la neve e le intemperie li riportano verso il basso)
  • Angolature di 120° in genere ricorrono in natura, evitiamo quelle palesemente ad angolo retto

Se vogliamo rispettare il nostro bonsai cercheremo di non applicare la legatura perché “piace a noi” e senza un motivo per la pianta (piuttosto optiamo per potature o proviamo nuove inclinazioni durante il rinvaso, che spesso mostrano sorprese inaspettate); inutile insistere nel piegare un tronco rigido. Inoltre dovremo sempre tenere presente il paesaggio evocato: il bonsai non è una scultura artificiale fatta di rami di ferro malleabile, ma un essere vivente.

La legatura si può applicare già all’inizio dell’autunno per le conifere o bonsai da interno e a fine autunno per le latifoglie (dopo la caduta delle foglie, per studiare bene la ramificazione): in questo modo il ramo assumerà la nuova posizione in inverno, senza che il ramo si ingrossi eccessivamente e rimanga segnato indelebilmente per sempre, o venga strozzato e muoia. Ricordiamoci quindi all’inizio della primavera di eliminare il filo metallico, perché i rami poi si ingrosseranno.

Esistono diversi spessori di filo, perché va scelto un filo che eserciti una forza leggermente superiore alla resistenza che opererà il ramo. E’ ammesso anche l’uso di più fili adiacenti e sovrapposti sul medesimo ramo, se vogliamo esercitare più forza. Anche i materiali possono essere diversi: il più diffuso è l’alluminio anodizzato, molto malleabile.

È fondamentale, prima di applicare il filo ad un ramo, assicurarsi che il filo stesso sia in grado di esercitare sul ramo una forza sufficiente a mantenerlo piegato nella posizione desiderata una volta legato.

Per fare questo prima di applicare il filo al ramo, usando le dita, il tatto…  verifichiamo la forza che esercita il ramo se proviamo a piegarlo. Facciamo la stessa cosa con il filo di cui disponiamo e scegliamo quello che oppone una resistenza simile a quella opposta dal ramo.

Naturalmente solo l’esperienza pratica potrà insegnarci come operare di volta in volta: ricordiamoci che in genere è bene operare la legatura su due rami vicini, in modo da allontanarli/avvicinarli assieme; si sconsiglia invece di partire a legare dal tronco, perché se verrà segnato comprometterà altamente la salute e la bellezza del bonsai.

Se vogliamo avvolgere un ramo grosso, seguito da un rametto più sottile, legheremo prima con un filo più spesso, per poi proseguire con uno più sottile ancorato al precedente.

Evitiamo inoltre di chiudere foglie ed aghi sotto il filo.

Per proteggere cortecce pregiate o delicate, si può avvolgere rafia attorno al filo metallico, oppure sul ramo.

Ricordiamoci che la legatura dovrebbe apparire quasi invisibile all’occhio umano, altresì elegante e ben adiacente alla corteccia.

L’incubo del bonsaista inesperto è quello di non sapere quale direzione dare alla spira, se avvolgere il ramo inserendo il filo dall’alto o dal basso, se partire dietro o davanti a sé. Solo l’esperienza lo insegna!

Una volta avvolto il filo, procedere delicatamente alla piegatura, stando attenti a non rompere il ramo, appoggiando le nostre dita solo sul filo e mai direttamente sul ramo! Se ci accorgiamo che il ramo torna nella posizione di partenza… abbiamo sbagliato tutto: sleghiamo con attenzione e ripetiamo la legatura, potrebbe essere necessario un filo più spesso, oppure un altro senso delle spire.

A primavera, quando vorremo eliminare il filo metallico messo in precedenza, sarà meglio tagliarlo con la forbice apposita (senza recidere il ramo o segnarlo) piuttosto che svolgere il filo. Entrambe le azioni vanno fatte con molta cura, in entrambi i casi c’è il rischio di recidere le gemme che si stanno ingrossando o i nuovi germogli.

Infine ricordiamo che esistono altri modi per ridirezionare un ramo, ad esempio quello di creare un tirante con il filo metallico, avendo cura però di proteggere bene la corteccia che viene ancorata dal filo con rafia, muschio o spugna.

La legatura è certamente un’operazione da bonsaisti esperti, ma con un po’ di pratica sapremo destreggiarci presto: proviamo ad esercitarci su rami secchi di recupero dalle potature e poi interveniamo delicatamente sul nostro bonsai.

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