Esistono differenti modi per annaffiare un bonsai, che possono essere scelti in base alla specie della pianta, al luogo in cui si trova, alla temperatura ambiente. Sicuramente il bonsai sarà felice di essere esposto ad una bella pioggia naturale che cade dal cielo (possibilmente non “acida”), ma se ciò non è possibile ecco alcuni metodi per innaffiare.
Uno dei metodi più classici è usare un annaffiatoio: scegliamone uno piccolo, che abbia un soffione con un getto “gentile”, con buchi molto sottili: ne esistono in commercio alcuni adatti proprio per i bonsai. In questo modo le gocce d’acqua, quando fatte fuoriuscire, saranno particolarmente “leggere” e non andranno a rimuovere il terriccio con cui verranno a contatto.
E’ anche possibile utilizzare una canna dell’acqua o quella della doccia, ma anche in questo caso ci deve essere un soffione con buchi molto sottili e la pressione dell’acqua deve essere bassa (chiudiamo un po’ il rubinetto).
Si sconsiglia di utilizzare una canna dell’acqua senza soffione o un rubinetto, una bottiglia, un bicchiere… in quanto l’acqua cadrebbe troppo velocemente andando a smuovere eccessivamente il terriccio e a compromettere inevitabilmente le radici.
Con il getto delicato dell’annaffiatoio potremo bagnare uniformemente la superficie del bonsai, lasciando di volta in volta defluire l’acqua, cercando di smuovere il meno possibile il terreno, il muschio ed il concime, ripetendo questa operazione almeno tre volte (il terreno superficiale secco crea una sorta di barriera che inizialmente non fa filtrare l’acqua) e comunque smetteremo quando l’acqua sgorgherà dai fori di drenaggio del vaso (osservate la base del vaso, devono esserci dei forellini!).
Si consiglia anche di fare, almeno una volta alla settimana, una doccia alla chioma del nostro bonsai, nel momento stesso in cui lo dobbiamo innaffiare: l’acqua lava le foglie e toglie lo sporco, inoltre combatte la presenza del ragnetto rosso e di altri parassiti. Se possibile, laviamo le foglie anche nella parte inferiore.
Attenzione: in caso di presenza di malattie come l’Oidio, funghi, foglie con punte secche o macchie marroni, è meglio evitare di fare la doccia (e di bagnare eccessivamente) perché l’umidità aiuta le muffe a proliferare. La doccia va evitata anche in caso di fioritura (dilaveremmo il polline), di foglie gialle/rosse in autunno (le faremmo cadere o marcire precocemente), oppure di legna secca (Jin e Shari) che potrebbe rovinarsi e cedere il solfuro di calcio messo eventualmente a protezione.
Un altro metodo molto usato per bagnare un bonsai è quello ad immersione: riempiamo con l’acqua un contenitore in modo da immergerci il nostro bonsai (o più di uno) ma senza far superare all’acqua i bordi del vaso, altrimenti la superficie del terreno verrà erosa. Attendere qualche minuto che l’acqua penetri nel vaso da sotto, attraverso i fori di drenaggio; verificare che anche la superficie del terreno si inumidisca bene (se necessario innaffiare un poco dall’alto con delicatezza) e quindi scolare il bonsai inclinandolo da un lato.
Solo se la superficie è compatta e rivestita di muschio, potremo far in modo che l’acqua superi l’altezza del vaso, immergendolo completamente. In questo caso vedremo fuoriuscire delle bollicine dal terreno, che è un ottimo segnale: i gas prodotti dalle radici vengono espulsi e l’aria all’interno del terreno si rigenererà completamente.
Questo metodo ha alcuni vantaggi rispetto all’uso del solo innaffiatoio, ad esempio non andremo ad erodere il terreno superficiale e satureremo tutto il vaso d’acqua: questo è utile quando il terreno è molto compatto ed assorbe poco, quando abbiamo un vaso alto e stretto (es. bonsai a cascata) oppure un vaso molto piccolo (es. bonsai sho-hin) oppure ancora quando il tronco e le radici del bonsai coprono una vasta quantità di superficie e l’innaffiatura dall’alto non raggiunge tutte le radici sottostanti.
L’immersione è però sconsigliata con temperature prossime allo zero, per il rischio di gelate; sconsigliato anche su piante che gradiscono poca acqua; da evitare su piante malate che presentano Oidio, muffe, funghi.
Qualunque sia il metodo scelto per annaffiare, evitiamo di lasciare per ore a mollo il bonsai in un sottovaso pieno d’acqua, perché questo potrebbe provocare marciume radicale, soprattutto se la pianta non assorbe velocemente il liquido: piuttosto, per i bonsai che amano l’umidità, come quelli tropicali da “interno”, suggeriamo di riempire il sottovaso di ghiaia e lasciare un filo d’acqua, che evaporando genererà la giusta umidità, avendo cura che le radici non siano a contatto con il bagnato.
Infine un inciso sull’uso del nebulizzatore: è utilissimo per inumidire e lavare le foglie con uno spruzzo amplio e fine, nonché per bagnare la superficie del terreno aiutando la formazione del muschio: non è però adatto per bagnare completamente il bonsai, a meno di vasi piccolissimi, perché con poca acqua si rischia di non raggiungere tutte le radici del vaso.
Solo l’esperienza vi aiuterà a comprendere quale sia il miglior modo di annaffiare: ricordate quindi che potrà variare in funzione della specie, delle condizioni meteorologiche, del luogo e dello stato di salute del vostro bonsai!
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